Renata Ceravolo
Opera 1^ classificata
Ad Ambra, mia figlia
T’insegnerò il silenzio
perché tu possa ascoltare
il canto della vita,
ti parlerò dei sogni
che spezzano le barriere
dell’impossibile,
le favole che ti racconterò
alimenteranno la tua fantasia
come fiaccole accese nella notte.
Non temere il lupo cattivo,
il bosco ha soltanto il respiro della terra,
i lupi si nutrono entro palazzi di cemento
portano colletti inamidati
ti lusingano con mani di velluto.
Figlia mia
ti parlerò della solitudine
non la temere
sii fiera
e forte,
nutriti dei raggi del sole
e che il tuo sguardo varchi gli orizzonti
attingi la vita dagli alberi, dal vento,
ascolta la voce dei fiumi
rompi gli argini, straripa
e non permettere a nessuno
che calpesti la tua anima.
Sii sempre libera
come un gabbiano che sposa l’azzurro
figlia mia.
BandoleroNero
Opera 2^ classificata
L’uomo che rubò le stelle
L’uomo che rubò le stelle
le nascose nella coperta dei suoi sogni
e s’incamminò a piedi scalzi.
L’uomo che rubò le stelle
a volte sorridendo piangeva di gioia
quando pensava al suo segreto.
L’uomo che rubò le stelle
lo trovarono in una notte improbabile
sulla rena di un mare d’ottone.
L’uomo che rubò le stelle
le mise in un palmo e ci soffiò sopra
e si dispersero obbedienti al loro posto.
L’uomo che rubò le stelle
qualcuno raccontò di averlo visto volare
a braccia alate verso il disco della Luna
ma non fu mai creduto…
Manuela Porpiglia
Opera 3^ classificata
Nulla si perde
Frugando
in vecchi cassetti
scopro
il ricordo
di piccole cose,
grandi tesori.
Il tempo
sorregge
le fragili menti
che sognano
quello che fu.
E scopro
che nulla si perde
nel mare
dei nostri pensieri
finché non è
la memoria
che c’abbandona.
Maria Grazia Baldi Sparano
Opera 4^ classificata
Pioggia
Certo che amo la pioggia e questo inizio d’autunno
con i suoi colori ambrati, il buio repentino della sera,
con questa pioggia che cade fine sulle strade lucide,
mi lascio bagnare da piccole gocce dure come vetro
ed è come sentirsi avvolta dalle tue braccia
il freddo che mi assale scompare mi scaldo nel buio
alla fiamma rossastra di un camino
mi riempio di beatitudine e sono senza dimensione
nello spazio nel tempo infinito per sempre.
Orazio Tognozzi
Opera 5^ classificata ex aequo
Il cammino
Non credere
di esserci
tu solo
a veleggiare
nel mare senza sponda.
Tu pensi
che soffrire
voglia dire piangere,
ululare alla luna?
O ingenuo!
Vivere,
è soffrire.
Trascinare la vita
per grovigli di strade
e sperare solo
nella purezza del cuore.
Affidarsi
senza infingimenti
alla flebile voce
che c’invita
a seguitare il cammino
Giovanna Faro
Opera 5^ classificata ex aequo
Guardando il mare
All’orizzonte
nell’immenso abbraccio
tra cielo e mare
lo sguardo si perde:
l’anima si acquieta.
Volano i sogni
sulle ali
d’immaginari ippogrifi,
e si disegna nel cielo
la libertà &endash;
in una trama
di celesti utopie.
Respiro leggera
la consapevolezza
di percepire l’incanto &endash;
della mia anima
in sintonia con l’Universo.
Luciano Recchiuti
Opera 5^ classificata ex aequo
Amo…
Amo il silenzio d’un tramonto,
il sottile trambusto delle foglie che vanno,
i lieti spiragli d’un sole che occhieggia,
il dolce rincorrersi di nubi in un prato,
le corolle che, piano, si vestono d’oro,
i canti soffusi che mi porta la mente,
i teneri abbracci d’un giunco flessuoso,
il riso gioioso di bimbi lontani.
Amo la calda carezza della tua mano bianca,
lentiggini chiare in un viso rotondo,
la voce che note risuona armoniosa,
il tremito ansioso che scuote le ciglia,
le labbra dischiuse ad amore sognare,
l’anima rosa leggera volare,
lo sguardo che parla senza alcun proferire,
ciò che il tuo corpo sussurra di te.
Pellegrino Iannaccone
Opera 8^ classificata ex aequo
Corpi al sole
Questi cocenti raggi di luce
che piovon dal cielo senza ritegno
innumerevoli incessanti segreti
ad incarnarsi nei nudi
distesi sui lidi del mare
hanno compiuto il viaggio
per le polveri del cosmo
dalla regione degli ardori perenni
lungo un tempo senza misura
per morir nell’effimero sito
d’una pelle riarsa di donna.
E il mio occhio rifugiato
nell’ombra a spiare l’agonia
sullo schermo di carne
casuale sepolcro
d’una vicenda durata millenni.
Daniela Ravagli
Opera 8^ classificata ex aequo
Destini
Siamo falene nella notte
ci tradisce il battito d’ali
o mai si accorgerebbero di noi.
Siamo il gelido inverno,
che immobilizza
superbe trine di neve.
Siamo i boccioli appena dischiusi
sulle piante, ancora d’indistinti colori.
Siamo d’acqua, torrenti o cascate,
gorgoglianti fino a giungere al mare.
Attendiamo muti, imprigionati
nei nostri destini
che un tocco ci sfiori,
dandoci una ragione d’esistere.
Michele Ammirati
Opera 10^ classificata ex aequo
Ritorno
Ed ora tu sei qui!
Adagio ora l’autunno
trasmuta le sue foglie.
Sei ritornata qui
con l’aria di una volta
con il sorriso lieve
colto da un rosaio.
Guarda!
Sono ancora lì le rose
che stolti noi lasciammo
al di là della vetrata
con un taciuto addio.
Nel dolce dormiveglia
alitare io ti sentivo
sul volto mio rugoso.
Nel tuo sussurro udivo
un messaggio sospeso
di due parole sole.
Ed ora che sei qui
ascolta il vento
che nei tuoi capelli
un po’ di sole fruga
in cerca di tepore.
E poi ascolta il fiume
che ci recita il suo canto
e dissetando il mare
disseta anche noi due
fusi nell’oro delle rose.
Gianluca Mollo
Opera 10^ classificata ex aequo
Nel giardino di rose
Parlami
come parleresti ad un fiore,
con parole leggere,
senza sapere se ascolta,
senza sapere se vive.
Parlami
e fodera le tue sillabe di velluto
per renderle sensuali
e calde come il pane.
Accompagnami fuori,
nel giardino di rose
io starò bene,
ad ascoltare il gorgoglio dei rii,
a bearmi della frenesia dei passeri,
mi assopirò alle carezze del sole
e attenderò cascate di stelle
e temporali furiosi.
Tienile tu, le rose senza spine,
ormai ho imparato cos‘è l’amore
e stringerò la rosa
finché non avrò sangue colante nella mano.
E tu prendi questa mano,
stringila al tuo seno
e parlami piano,
accarezza col fiato i miei occhi socchiusi
e se vuoi baciami,
t’ascolterò fino alla sera
e poi c’incanteremo
quando nel dolce nulla del cielo
gocciolerà il rosso brivido d’un tramonto.